sabato 30 maggio 2009

Lettera aperta " Riassumente Salvatore Palumbo"

MERCOLEDI’ 3 GIUGNO ORE 16,00
SIT.IN/VOLANTINAGGIO ALLA SICINDUSTRIA


GIOVEDI’ 4 GIUGNO ORE 10,00
PRESIDIO AL TRIBUNALE –SEZ. LAVORO

Udienza processo Palumbo/Fincantiei

Invitiamo tutti a partecipare
Lettera aperta
Palermo, 30 maggio 2009
Ai Giudici del Tribunale del Lavoro di Palermo

Al Prefetto di Palermo
Ai dirigenti della Fincantieri
Alle Organizzazioni Sindacali
Agli operai
Alla cittadinanza
Ai mezzi di informazione

Riassumere Salvatore Palumbo!

“Riassumiamo Salvatore Palumbo”, operaio licenziato dalla Fincantieri di Palermo, è diventata per noi una parola d’ordine impellente e necessaria di fronte ad un licenziamento che riteniamo illegittimo perché palesemente indirizzato a zittire ed eliminare una voce scomoda all’interno del posto di lavoro.
È scomodo infatti oggi per molti padroni che un operaio decida, senza timore di essere licenziato, di denunciare quanto vede con i propri occhi e spesso prova sulla propria pelle: e, cioè, nel caso di Salvatore Palumbo, tutto ciò che concerne la sicurezza sul posto di lavoro all’interno dei Cantieri Navali di Palermo.
Per sette anni è sempre stato attivo all’interno della fabbrica, battendosi per la sicurezza sul lavoro, denunciando e subendo per questo negli anni diversi “provvedimenti disciplinari” tesi ad impedire questa sua lotta. Anche dopo il licenziamento ha continuato a portare avanti la sua battaglia fuori della fabbrica con diverse iniziative pubbliche.
Riteniamo che sia risaputo, perché spesso all’ordine del giorno sulla stampa e altri mezzi di informazione, che le condizioni di salute e sicurezza all’interno dei Cantieri navali siano pessime: dirigenti denunciati e talvolta arrestati, parti anche estese dei Cantieri messe sotto sequestro, incidenti sul lavoro (spesso non denunciati come tali ma trasformati dall’azienda in malattia) e per fortuna solo qualche morto sul lavoro in questi ultimi anni; questo se naturalmente ci limitiamo agli incidenti in cui un operaio muore sul colpo, perché rispetto a tutti quegli operai che si infortunano, si ammalano e non riescono nemmeno a godersi la pensione, raggiungiamo cifre davvero impressionanti (cose che non risaltano perché non sono “spettacolari”).
In questa tragedia della “morte lenta” ha una parte di rilievo l’inquinamento da amianto, i cui effetti si producono ancora oggi. Tant’è che sono in corso processi per la eventuale condanna dei responsabili dell’Azienda e per il riconoscimento per tanti lavoratori e per i loro familiari dei diritti legati a queste patologie.
Tutto ciò nel contesto accertato nei tribunali e storicamente di una decennale infiltrazione mafiosa.
Questa è la vita quotidiana all’interno della Fincantieri di Palermo!
Che ben si inserisce quindi, all’interno della tragedia che in alcuni giorni concentra tutto il suo orrore, come gli operai morti in gruppo a Saras, e che sta lì a dimostrare quanto sia necessario che ci siano operai liberi di denunciare senza sentire il ricatto di ritorsioni. Per questo da tempo chiediamo oramai, tra le tante altre cose, che ci siano postazioni ispettive dentro i grandi impianti di lavoro che servano come riferimento di lavoratori e delegati e per gli interventi immediati.
È per tutto questo che ci rivolgiamo ai giudici del Tribunale del Lavoro di Palermo che devono giudicare se chi è stato licenziato per questi motivi (messo in mezzo ad una strada con la sua famiglia – moglie e tre bambini!) debba avere giustizia oppure no!
Non si tratta per noi e per chi, pensiamo, condivida questa battaglia di civiltà, di “tecnica processuale”, non è in questi termini che si può rendere giustizia a chi è vittima di un sistema produttivo che fa 1300 morti all’anno e decine di migliaia di invalidi, cui ha rivolto la propria attenzione, invitando i responsabili a trovare una soluzione, anche più e più volte il Presidente Napolitano.
E ci rivolgiamo naturalmente anche a tutti coloro cui questa lettera è indirizzata affinché prendano posizione su una vicenda, che diventa esemplare, insieme ad altre nel nostro Paese, del rapporto tra lavoratore e padrone.
Si è accumulata in questi due anni circa una quantità tale di documentazione (documenti legali, foto, video, testimonianze) che viene messa a disposizione di tutti gli interessati per farsi un’idea, se necessario, ancora più precisa e particolareggiata delle cose che stiamo affermando rispetto alla vicenda Palumbo.
Pensiamo sia doveroso mobilitarsi affinché operai che denunciano queste condizioni aberranti non debbano più continuare a subire e non siano più lasciati soli!

Rete nazionale per la sicurezza nei posti di lavoro – Nodo Palermitano
retesicurezzalavorosicilia@gmail.com
retesicurezzalavorosicilia.blogspot.com 338.3342733 - 338.7708110

mercoledì 27 maggio 2009

-Ai Lavoratori –Ancora morte, quello che ci danno in cambio del nostro lavoro è un misero salario, tanta precarietà, e in fine morte .

-Ai Lavoratori –

Ancora morte, quello che ci danno in cambio del nostro lavoro è un misero salario, tanta precarietà, e in fine morte .

Ormai non si contano più gli appelli, le denuncie, le azioni dirette, per cercare di fermare questa strage continua di lavoratori che muoiono sul posto di lavoro, e per fermare l’ancora più subdola devastazione dell’ambiente che genera morte a lunga scadenza.

E’ necessario che, contro la stage dei morti sul e dal lavoro, così come sull’antifascismo, così come per la difesa della libertà dagli attacchi repressivi del potere politico servo del capitale, si crei un fronte unico di resistenza militante, capace di unificare l’azione di lotta per il cambiamento immediato del clima repressivo, per la ripresa e la difesa di quei diritti dei lavoratori e dei diritti sociali, che l’avventurismo e l’opportunismo politico dei tanti riformisti ha smantellato .

La Federazione dei Comunisti Anarchici Sicilia, si stringe e si unisce al dolore delle famiglie dei tre operai morti a Sarroch, si stringe a questi tre operai che hanno pagato con la vita non solo la precarietà delle condizioni di lavoro, ma,è questo ci deve fare pensare, hanno pagato con la vita un gesto nobile di solidarietà operaia, cercando disperatamente di salvarsi , l’un con l’altro, restando vittime di una triste catena di morte .

La FdCA Sicilia si unisce all’appello lanciato dalla rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro, per una mobilitazione immediata nazionale di tutti i lavoratori, e rilancia la necessita di un fronte unico, per la ripresa di una nuova resistenza .

In solidarietà a tutti i morti sul lavoro, gridiamo:
“ Padroni assassini ”

Sezione “Nestor Makhno” Nissoria
Sezione “ Delo truda “ Palermo

Confederazione Cobas provinciale Pisa denunciano la mancanza di sicurezza nel settore edile e più

Confederazione Cobas provinciale Pisa confcobaspisa@alice.ithttp://www.confederazionecobaspisa.it/

sede di via san lorenzo 38 pisa tel 050 8312172I cobas pisani ,
denunciano la mancanza di sicurezza nel settore edile e più in generale nei luoghi di lavoro.Solo guardando ai dati inail relativi al settore edile, nel 2007, si sonoregistrati 102 mila infortuni e 275 casi mortali, ma gli infortuni realisono assai più numerosi.
Le autorità asl e la Magistratura stabiliranno la dinamica dell'incidente ,ma la morte dell'operaio di 61 anni a santa maria a Monte è una ulterioredimostrazione che il settore edile è tra i più a rischio perchè le normativedi sicurezza non sono rispettate rappresentando per molte aziende unrallentamento dei tempi del lavoro e una fonte di spesaVogliamo maggiori ispezioni nei cantieri (quelle ispezioni per le quali ilGoverno ha tagliato fondi), maggiori controlli a tutela della salute e dellasicurezza nei luoghi di lavoro (è di questi giorni la notizia provenientedalla Francia che sono previsti migliaia di tumori per uso di amianto esostanze tossiche relative agli anni ottanta)Confederazione cobas pisa

Morire per un tozzo di pane!=======================

Ieri sono morti tre operai in modo atroce. I loro ultimi attimi di vita strappati in modo raccapricciante sono stati di solidarietà umana : hanno tentato di strappare uno di loro alla morte e ne sono stati falciati tutti e tre.La loro morte non cambierà niente.
Altri operai od operaie moriranno oggi ed altri ancora domani e poi dopodomani.
Se, alla fine dell'anno l'Istat ne conterà qualcuno in meno dell'anno precedente, qualcuno si pavoneggierà al Governo dei risultati raggiunti anche se la cifra sarà sempre una spaventosa ecatombe che riempie l'Italia di vedove e di orfani.
La morte di questi e di tutti gli altri lavoratori caduti spesso per un lavoro durissimo pagato meno di mille euro al mese non è dovuta al caso.
Anche l'Avvenire comincia a ragionarci sopra anche se non ha individuato tutte le ragioni che generano questa mostruosa macchina di morte.
Una responsabilità è certamente quella legata al turnover, all'uso di operai usa e getta, al quale ricorrono le imprese che spesso sono di sub appalto.
Cambiare squadre di operai ogni giorno o ogni settimana per assumere spesso i più disperati, per non avere storie con diritti che maturano con l'anzianità può fare comodo alle imprese che vogliono ricavare il massimo profitto dalla commessa che hanno ricevuto.
Ma l'operaio usa e getta non ha esperienza e l'azienda di cui è dipendente non accumula Knov-how.
La mancata accumulazione di esperienza per l'uso sempre più diffuso di lavoro precario ed occasionale non solo è pericolosa ma costituisce una perdita secca per l'intera società che si impoverisce di cultura tecnica e di specializzazioni ben collaudate.
Ho ricordato altra volta che la Torre Eiffel fu costruita da circa duecento carpentieri del ferro in due anni senza un solo infortunio mortale.
Gli operai lavoravano in condizioni climatiche spesso proibitive ad altezze da vertigine. Perchè non vi morì nessuno? Per il motivo semplice della alta professionalità di maestranze che non venivano sostituite con la frequenza criminosa ma impunita con la quale vengono assunti e licenziati oggi gli operai delle fabbriche e deu cantieri.
Un precario che fa oggi il muratore, domani il cameriere, e poi il fattorino o l'autista o altro e che è costretto a cercarsi il lavoro se vuole sopravvivere non riesce ad impararne bene e fino in fondo uno.
La legge Biagi ha dato un colpo mortale alla possibilità di specializzarsi, di accumulare un know-kow personale e di riversarlo nel lavoro.
Il capitalismo ha creato una lunghissima schiera di schiavi moderni pronti ad essere usati e poi abbandonati al loro destino.Ma questa ragione, condivisa da L'Avvenire, non è la sola a generare la morte sul lavoro.
L'altra ragione èlegata allo stress di turni pesantissimi e sempre più lunghi che si svolgono con la copertura di un inaccettabile orientamento della legislazione che fissa fino a tredici ore la soglia dell'orario di lavoro e che vorrebbe portare ad oltre sessanta ore il lavoro settimanale.
Ma al centro della questione è la mercificazione del lavoro, della prestazione lavorativa e della stessa vita del lavoratore.
Oggi la società capitalistica e asolidale accetta con indifferenza sia pure più dissimulata da un finto scandalizzarsi dei massmedia la morte operaia.
Lo considera un costo necessario al tenere in piedi la baracca in cui viviamo. Oggi il lavoratore conta pochissimo non solo in fabbrica ma anche dentro il suo stesso sindacato (ammesso che ne abbia uno).Ho proposto subito dopo il rogo della Thissen che gli addetti alla sicurezza fossero muniti di poteri ispettivie che fossero considerati veri e propri terminali di un sistema di protezione,di allarme, di intervento degli ispettorati del lavoro.
Una legge dello Stato dovrebbe conferire questi poteri agli addetti alla sicurezza e si creerebbe uno sterminato meccanismo di contrasto con gli infortuni.
Lo Stato non avrà i mezzi per intervenire in milioni di aziende disseminate nel territorio nazionale anche se assumesse molti altri ispettori. Il conferimento di potere agli addetti alla sicurezza genererebbe una rete formidabile ed a costo zero.
Ma questa scelta che farebbe crescere il ruolo di questa importante funzione dei lavoratori della sicurezza non sarà mai accettata.
In atto le aziende vogliono gli addetti alla sicurezza come comparse passive, lavoratori che se vogliono continuare a guadagnarsi il pane debbono stare zitti, non chiedere niente, non sapere niente di quello che dovrebbero sapere sui macchinari, sulla organizzazione del lavoro.
Il sindacato è molto impegnato a realizzare enti bilaterali ed accetta un ruolo di collaborazione sempre più subalterno al Dio Imprenditore.
Questo sindacato non combatterà la battaglia contro la morte in fabbrica chiedendo poteri per i delegati alla sicurezza.
Questo è il mio rammarico più grande, la mia più grande amarezza.
Pietro AnconaInviato da: "pietroancona@tin.it" pietroancona@tin.it pietro_ancona36Mer 27 Mag 2009 9:55 am

ilva grave infortunio

ilva grave infortunioun grave infortunio nell'appalto Ilva nella giornata odierna franco porcarooperaio di 31anni della Coplast ditta di manutenzione al ponte nastro è stato colpito sul casco di protezioneda oggetto caduto dall'alto la prognosi è ancora riservata .

lo slai cobas ha indetto un presidio e una assemblea per venerdi dalle 13alle 14 e dalle 15 alle 16

slai cobas per il sindacato di classe ilva appalto taranto

INCIDENTI LAVORO: MURATORE MORTO A CATANIA, NON VITTIMA DI PIRATA DELLA STRADA

Filippo Leonardi, il muratore di 43 anni il cui corpo fu trovato venerdì scorso in una strada nel quartiere San Giorgio a Catania, non e' stato vittima di un pirata della strada ma e' morto dopo essere caduto in un cantiere edile della zona. Lo conferma di quella che era un'ipotesi avanzata dalla Procura di Catania, dopo le indagini avviate dalla polizia municipale, e' venuta dal proprietario dell'immobile in via di costruzione, che ha reso ampie dichiarazioni al sostituto Agata Consoli.
'Allo stato stiamo valutando quale iniziative adottare e quali reati contestare' ha commentato il procuratore capo di Catania, Vincenzo D'Agata osservando che 'la persona sentita ha dato la sua versione ancora da verificare del tutto'. Il proprietario dell'immobile, che non e' indagato, avrebbe confermato l'incidente sul lavoro ma avrebbe negato che ci sarebbe stato un tentativo di nascondere l'accaduto: il corpo del muratore, avrebbe spiegato, sarebbe stato portato in strada in attesa dell'arrivo dell'ambulanza per soccorrerlo. Domani sarà eseguita l'autopsia disposta dalla Procura sulla vittima.
(ansa) 26/05/2009 13:
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Come Salem (e tanti altri), immigrato cladestino giunto in Italia dal Marocco nel 2002 lavorava come manovale in nero al nord in provincia di Como per le imprese Spelzini
"...il giorno fatidico, quello che più di tutti gli deve avere insegnato a conoscere lo schifo sulla propria pella, Salem sta rimuovendo delle lastre di eternit dal tetto di una casa in costruzione... Salem non indossa il casco. Nemmeno la cintura di protezione. Scivola. Un volo nel vuoto di 6 metri... Lo vedono volare dal tetto ma nessuno chiama i soccorsi. L'ordine, nel caso qualcuno si infortuni è di avvisare il padrone ....La figlia del titolare piombò nel cantiere. Decise di nascondere l'nicidente...Caricarono quello che sembrava un corpo esanime su un furgoncino pieno di terra e di calcinacci e lo abbandonarono trenta chilometri più in là, sul cigliodi una strada... Una telefonata anonima denunciò una rissa tra africani e un uomo in terra in fin di vita...
(stralci tratti da "Morte a 3 euro" di Paolo Berizzi)

Salem non è morto. Si è salvato ma è rimasto disabile e ha poi deciso di denunciare.
Filippo purtroppo non ce l'ha fatta.

Amianto e CVM/PVC: padroni impuniti per la strage di operai a Ravenna

Amianto e CVM/PVC: padroni impuniti per la strage di operai a Ravenna

Sono 152 gli operai morti a Ravenna per l'esposizione all'amianto e al CVM/PVC dal 1979 al 2008. I dati sono quelli di una mappatura dell'Inail.
Nessuna indagine epidemiologica, nessuna inchiesta è stata istruita contro l'Enichem, la Compagnia portuale e la Maraldi, contro i padroni dei zuccherifici e delle grosse aziende edili.
E, siccome non tutto l'amianto è stato bonificato (come l'eternit alla stazione di Lugo, per esempio) e i tempi di incubazione sono lunghi per gli operai e le popolazioni esposti, la strage continuerà negli anni a venire.

Il giudice Riverso ha dichiarato che "la mappatura dell'Inail tratteggia una tragedia di cui nessuno parla, non le istituzioni, non i sindacati".

Nessun padrone è stato sanzionato ed obbligato a fare le bonifiche con i suoi soldi.Ma non tutti i sindacati, a onore del vero, signor giudice, sono stati complici di questa strage silenziosa.

In questa città, solo il sindacato Slai cobas e gli operai della centrale termoelettrica dell'Enichem dell'Associazione Esposti Amianto, si sono battuti in fabbrica per denunciare e mobilitare i lavoratori per i benefici amianto e contro la pericolosità del CVM/PVC. A oggi la mappatura amianto della Regione Emilia Romagna non la conosciamo.

Inoltre il governo Berlusconi continua a negare il decreto attuativo per erogare i 30 milioni d'euro per le vittime dell'amianto. Come Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro stiamo preparando una mobilitazione sul "caso Eternit" a Casal Monferrato.Anche di questo parleremo all'assemblea nazionale della Rete che si terrà a Roma il 27 giugno.

Rete Nazionale per la sicurezza sul lavoro

- Ravennatel. 339/8911853 e mail: cobasravenna@libero.it

assemblea nazionale della rete nazionale per la sicurezza sui posti di

assemblea nazionale della rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro roma 27 giugno ore 9.30 dopolavoro ferroviario stazione termini salaPettinelli

dopo la manifestazione nazionale di taranto del 18 aprilela rete torna a riunirsi in forme aperte a tutte le realtà e ai lavoratori esoggetti interessati che vogliano aderire , collaborare e lavorare insieme-presenti delegati e lavoratori appartenenti sia ai sindacati di base e di classe, come a numerosi delegati e lavoratori ai sindacati confederali presenti in oltre 40 fabbriche e circa un centinaio di posti di lavoro-familiari vittime del lavoro di 5 associazioni - organismi di lotta per la salute in fabbrica e territorio, ispettori, tecnici prevenzionegiuristi, medici operatori, giornalisti e artisti- rappresentanti deipartiti e gruppi politici impegnati sul terreno della difesa di classecontro le morti bianche, provenienti da numerose città del nord e del sudal centro della discussione dell'assemblea la prepazione di due grandimobilitazioni per l'autunno-amianto - processi- territori verso una manifestazione nazionale atorino-casalmonferrato-sciopero generalizzato con manifestazione a roma nella prima decade didicembre contro lo smantellamento del testo unico e il nesso mortisullavoro-precarietà-crisi-contrattazione-dirittiinsieme a questi temi si torna a discutere- della battaglia sul fronte difesa sviluppo degli rls- della strutturazione territoriale della rete-varie e eventuali proposte dalle sedi e dai partecipanti
data l'importanza dell'assemblea e anche in funzione dell'organizzazione deilavoriattiviamo un nuovo indirizzo amail ad hoc asssemblearetesic27giugno@gmail.com dove far pervenireadesioniinterventiproposteche verranno messe sullamailing list bastamortesullavoro@domeus.it per chi si voglia iscriveree comunque in redditolavoro -indymedia-e ogni altro sito o blog che vogliuafarli circolare senza alcuna discriminazione alcunasono sin da ora pubblicamente invitati ad essere presenti le rappresentanzesindacali del patto di base- dello slai cobas - della rete 28 aprile rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro assemblearetesic27giugno@gmail:com24 maggio2009

Comunicato solidarieta Doriana Goracci

http://www.wittgenstein.it/2009/05/26/sarroch/

A questo link il video del documentario OILsulla raffineria di Sarroch, di cui era stato chiesto il sequestro dagliavvocati della società Saras (quella della famiglia Moratti)DorianaIn data 26/5/2009,

"Doriana Goracci" <doriana@inventati.org> ha scritto:

>Il bagno nessun turista si sogna di farlo a Sarroch, si va nelle vicine>Pula e Domus de Maria. Sarroch ha un nuraghe Sa domu 'e s' Orcu e le>Tombe dei Giganti e si trova presso la costa occidentale del Golfo degli>Angeli. Non ci saranno seppelliti 3 morti sul lavoro in>quella tomba, non erano dei giganti dell'economia produttiva, nè>tantomeno degli angeli.>>>Un minuto di silenzio da Fini per 3 operai morti, otto ore di sciopero>per i colleghi che pagheranno di tasca loro proposti dai sindacati,>cordoglio e indagini avviate da tutte le Istituzioni. Sono morti Bruno>Muntoni, 58 anni, Daniele Melis e Pierluigi Solinas, entrambi 30enni,>tutti di Villa San Pietro, della ditta "Comesa srl" morti nel primo>pomeriggio di oggi 26 maggio 2009, nell'impianto MHC1 dello stabilimento>della Saras di Sarroch.>>Un quarto operaio della stessa ditta, all'esterno del serbatoio con>funzioni di vigilanza, è stato anche lui colpito dalle esalazioni e ha>perso i sensi.>>L'origine del nome Sarroch, il luogo dell'accaduto, è>misteriosa. Forse deriva dal fenicio "Sharak", grappolo d'uva, o forse>dal catalano antico "S'arroch" per l'enorme roccia che domina il paese.>Rimarranno" misteriose" queste morti, come quelle>a Pietradefusi in Campania dove un operaio è caduto dall'altezza di 10>metri mentre riparava il solaio di un capannone industriale e in Puglia,>ad Andria dove un altro uomo è morto dopo essere stato colpito>e trascinato da un nastro trasportatore in un cantiere del cugino e non>perchè investito mentre era in bicicletta.>>>Da diverse settimane possiamo sapere che erano in corso una serie di>interventi di manutenzione programmata sugli impianti. Possiamo sapere>che La Saras ha una Sicurezza Globale>>La Saras ha un'operatività attenta all'Ambiente>>La Saras ha un sistema completo e complesso di produzione>e anche che lo stabilimento della Saras è stata fondato da Angelo Moratti>nel 1962 e ha dato ricchezza alla Sardegna, in luoghi dove si viveva>"miseramente" con l'agricoltura e la pastorizia.>>Altro che Crisi, in Italia c'è" bassa produttività". La parola al>ministro Brunetta: "per rompere questa>malattia mortale, la nostra economia deve fare più privatizzazione e>liberalizzazione, e più semplificazione da parte della burocrazia".La>malattia mortale ha colpito ancora, non è febbre suina, niente di virale.>>"Nucleare, fonti rinnovabili e gas. Ma soprattutto il petrolio. Questi i>temi affrontati durante il G8 dell'energia, la tre giorni che si chiude>oggi e che ha visto riuniti a Roma 23 ministri di altrettanti Paesi, in>rappresentanza dell'80% della domanda e dell'offerta di energia globale">Nessuna paura, Loro stanno lavorando per noi, sono attenti all'ambiente>perchè il futuro è di tutti, come la morte per alcuni, anzitempo: un>rischio da correre.>Sotto accusa rimane il nostro silenzio, e non di un minuto, per la vita.

>>>Doriana Goracci>>link e foto su>
http://www.reset-italia.net/2009/05/26/il-futuro-e-di-tutti-la-morte-e-loro/

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strage alla Saras Comunicato USI "sardegna facciamo sentire mobilitazione e denuncia"

L'Unione Sindacale Italiana si associa al comunicato della rete nazionale e invita a programmare iniziative sui posti di lavoro.

>Il 28 >maggio a Roma riunione con Associazione Giuristi Democratici e Rls, >Rsa, Rsu comitati di lotta, ispettori del lavoro e tecnici della >prevenzione presso locali di Via Squarcialupo 58>>la rete nazionale >per la sicurezza sui posti di lavoro fa appello a una>mobilitazione >immediata nazionale>con denunce, volantinaggi presidi di lotta e >solidarietà degli operai morti>>le assemblee che sono partite in >diverse città italiane in preparazione>dell'assemblea nazionale del 27 >giugno a roma siano anche luoghi di>iniziative su questa ennesima >strage 3operai sono morti questo pomeriggio intorno alle 14 >all'interno degli impianti della raffineria Saras a Sarroch. I tre, >secondo le prime informazioni, si trovavano in un ambiente chiuso che >si sarebbe saturato di esalazioni tossiche. La proprietà dell'impianto >è della famiglia Moratti>>Sul posto sono intervenuti i medici del 118 >ma per i tre operai non c'era>più niente da fare. I sanitari hanno >constatato il decesso in attesa>dell'arrivo del medico legale, che >dovrà accertarne le cause, e del magistrato di turno cui spetterà il >compito di indagare sull'incidente. Da quanto si è appreso, i tre >operai sarebbero dipendenti di una ditta esterna>che ha in appalto >alcuni lavori all'interno della raffineria. In queste>settimane gli >impianti sono interessati da una serie di interventi di>manutenzione >programmata.>>rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro>bastamortesullavoroi@domeus.it>>

per aderire inviare interventi e >proposte in vista dell'assemblea nazionale del 27 giugno>a Roma sala >Pettinelli ore 9.30 16 (dopolavoro ferroviario>stazione termini, >sottopassaggio dopo binario 23)>utilizzare >assemblearetesic27giugno@gmail.com

martedì 26 maggio 2009

Comunicato rete nazionale sicurezza lavoro "La Strage continua 3 operai morti alla Saras a Sarroch"

la rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro fa appello a un amobilitazione immediata nazionale con denunce, volantinaggi presidi di lotta e solidarietà degli operai morti le assemblee che sono partite in diverse città italiane in preparazionedell'assemblea nazionale del 27 giugno a roma siano anche luoghi di iniziative su questa ennesima strage 3 operai sono morti questo pomeriggio intorno alle 14 all'interno degliimpianti della raffineria Saras a Sarroch.

I tre, secondo le primeinformazioni, si trovavano in un ambiente chiuso che si sarebbe saturato diesalazioni tossiche. La proprietà dell'impianto è della famiglia MorattiSul posto sono intervenuti i medici del 118 ma per i tre operai non c'erapiù niente da fare.

I sanitari hanno constatato il decesso in attesa dell'arrivo del medico legale, che dovrà accertarne le cause, e del magistrato di turno cui spetterà il compito di indagare sull'incidente.

Da quanto si è appreso, i tre operai sarebbero dipendenti di una ditta esterna che ha in appalto alcuni lavori all'interno della raffineria.
In queste settimane gli impianti sono interessati da una serie di interventi dimanutenzione programmata.

rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro

bastamortesullavoroi@domeus.it

per aderire inviare interventi e proposte in vista del 27 giugnoutilizzare assemblearetesic27giugno@gmail.com

domenica 24 maggio 2009

28 maggio ore 18 riunion e pubblica su salute esicurezza lavoro

28 MAGGIO ORE 18 Riunione Pubblica aperta con Associazione GiuristiDemocratici ( sulle modifiche Testo Unico sulla Sicurezza) a ViaSquarcialupo 58 c/o sede Prc Roma, organizzata dal:

COMITATO 5 APRILE E DALLA RETE NAZIONALE SULLA SICUREZZA E SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO.

All’appello lanciato dall’Associazione Giuristi democratici contro losmantellamento del D.Lgs 81/08 (Testo Unico sulla sicurezza nei luoghidi lavoro) ad opera di questo governo, con una prima riunione svoltasiil 29 Aprile, per dare uno strumento di approfondimento utile per RLS,Rsa o RSU, lavoratori e lavoratrici interessati alle questioni dellasalute e sicurezza sui posti di lavoro, in merito alle propostegovernative sostenute dai padroni e padroncini pubblici e privati, si èorganizzata una RIUNIONE PUBBLICA per il 28 MAGGIO 2009 ALLE ORE 18ospitati presso i locali della Federazione del Prc di Roma in VIASQUARCIALUPO 58 (traversa di Via Lorenzo il Magnifico, a circa 150metri dalla stazione e fermata metro B di TIBURTINA).

Il decretocorrettivo proposto dallo stesso governo (comunque previsto dalladelega concessa dal Parlamento al Governo nella passata legislatura) haposto in essere la modifica di 170 artt. sui 306 (più gli allegati)che compongono l’auttale testo del D.Lgs 81/08, stravolgendo di fattoil cd. Testo Unico, a sicuro danno dei lavoratori e delle lavoratrici enon solo, data la rilevanza dell’impatto sull’ambiente dove sono postisiti inquinanti e le conseguenze su famiglie e cittadinanza..

L’oggetto dell’appello verteva in particolare su due articoli, il 2 bis eil 15 bis, di cui il primo prevede un eccessivo trasferimento di potere e risorse agli enti bilaterali (ove è presente una forte compaginedella classe padronale in un ambito di concertazione molto ma molto esteso) istituendo una sorta di presunzione di conformità o meglio dire di certificazione su quanto stabilito dal testo unico, da parte delle aziende che si faranno certificare dai predetti organismi paritetici,in tema di sicurezza e salute sul lavoro.
Questo allo scopo diesautorare e svuotare di competenze ed efficacia gli organi divigilanza, impedendo di fatto i controlli e intervenendo direttamentein sede di programmazione dell’attività stessa di competenza; con l’articolo 15 bis, si punta ad ottenere la deresponsabilizzazione quasitotale del datore di lavoro, tale articolo nei fatti deroga ai principidel diritto penale, introducendo dei limiti alla responsabilitàomissiva del datore di lavoro e dei dirigenti in tema di sicurezza esalute dei lavoratori, scaricando il tutto sui sottoposti in barba aquanto previsto anche dall’articolo 2087 del codice civile (quello chegarantisce il diritto per tutti i prestatori di lavoro ad avere daidatori di lavoro il rispetto dell’integrità psico fisica e morale) e dalla enorme giurisprudenza, favorevole ai lavoratori e alle lavoratrici e indirettamente alle loro rappresentanze sindacali, che ha generato in tanti anni.
L’attacco operato dal governo, tramite le proposte di riforma del ministro Sacconi con il benestare di Confindustria (ma anche delle centrali cooperative, di Confcommercio eassociazioni datorial), contro uno dei pochi baluardi di prevenzionead uso dell’attività giudiziale come quello dell’art. 2087 del codicecivile, ha una portata enorme e va contrastata efficacemente e con una forte campagna di sensibilizzazione, di informazione e di iniziativaanche di piazza, che deve vedere non solo gli addetti ai lavori madirettamente lavoratori e lavoratrici e le loro forme di rappresentanzasindacale, sia Rsa o RSU sia RLS, comitati di lotta e strutturesindacali e sociali, in primis quelle che hanno la pratica dell’AUTORGANIZZAZIONE come momento fondante la loro azione.
Modifiche queste, che essendo favorevole al reo, potrebbe addirittura avere carattere retroattivo ed essere applicate ai processi in corso come quello della ThyssenKrupp, Umbria Olli e altri.
E’ importante la partecipazione massiccia alla riunione pubblica del 28 maggio, perché dati i tempi a disposizione,NON AVREMO MOLTI ALTRI MOMENTI DICONFRONTO, TESTIMONIANZA DIRETTA SU CASI CONCRETI E DI ORGANIZZAZIONEDI INIZIATIVE DI CONTRASTO A QUESTO DISEGNO GOVERNATIVO E PADRONALE,anche utilizzando il patrimonio di conoscenze professionali egiuridiche dell’Associazione Giuristi Democratici e del Comitato 5aprile – rete nazionale sulla sicurezza sui posti di lavoro, dove operano attivamente RLS, Rsa, RSU, lavoratori e lavoratrici combattivi-e, strutture sindacali autorganizzate (come la USI AIT che ne fa parteattiva, lo SLAI Cobas per il sindacato di classe, militanti di CGIL,FIOM, FLMU CUB, SNATER, ferrovieri e altri), ispettori del lavoro etecnici della prevenzione di AA.SS.LL., attivisti di strutture e partiti politici schierati dalla parte giusta.
Attivitià maturata inseno al proficuo impegno e di rete, svolto dal Comitato 5 Aprile suitemi della sicurezza e del lavoro e delle problematiche del lavoro ingenerale (precariato , appalti ecc…) e sul nodo SALUTE AMBIENTE ELAVORO, che sono fortemente intrecciati tra loro.
Tra i temi usciti eargomento di approfondimento il 28 maggio assieme ai contributiconcreti e a quesiti, ci sono quelli relativi alla delega di funzioni(art.16), sulla riduzione delle sanzioni a carico dei datori di lavoroe l’aumento per quelle dei lavoratori, l’isolamento degli RLS all’interno dei posti di lavoro, quelle sull’interpello le cui rispostediverrebbero vincolanti per gli organi di vigilanza in sede divigilanza, quelle sulla presunzione di conformità delle macchine per il solo fatto di essere marcate CE estromettendole dal controllo divigilanza.
Un esplicito freno per l’attività di vigilanza degli Ispettori del lavoro in tema di lavoro nero e di precarietà diffusa.
A tal proposito si rinnova la richiesta della massima partecipazione a tale evento da parte di tutti e tutte.
COMITATO 5 APRILE – RETENAZIONALE SALUTE E SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO
(Ha dato la sua adesione invitando Rsa, RLS e attivisti-e a partecipare, la UnioneSindacale Italiana USI AIT).

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Comunicato sui fatti del 23/5/09

Palermo 24/05/2009

Nel pomeriggio del 23 maggio una delegazione del nodo palermitano della Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro, tra cui Salvatore Palumbo con la sua famiglia, ha preso parte al corteo cittadino per l’anniversario della strage di Falcone.
Grande striscione che riportava in sintesi la vicenda di Salvatore, la denuncia contro una giustizia ingiusta che fino ad oggi non si è messa dalla parte di chi lotta dentro il posto di lavoro, in questo caso la fabbrica Fincantieri, per la sicurezza che non c’è, l’appello alla lotta per una vera giustizia, ma quale legalità è quella di cui parla falsamente questo governo che difende gli interessi dei padroni e per il quale la vita degli operai e dei lavoratori non vale nulla?
Diffusione del volantino/appello ad aderire alla campagna di solidarietà per Salvatore in vista del 4 giugno, giorno della prossima udienza, e verso la tappa nazionale dell’assemblea del 27 giugno a Roma.
Giunti all’albero di Falcone dove si sarebbe svolto il comizio finale e la commemorazione, ci accingevamo ad appendere il nostro striscione nell’inferriata dove c’erano altri striscioni tra cui quello cobas scuola, quando abbiamo visto agenti della digos che provavano a portare via di peso una delegata Cobas. Subito siamo intervenuti protestando contro gli agenti e intimando loro di lasciarla subito cercando anche di capire quello cha stava succedendo, venivamo informati del fatto che la Digos aveva ordinato ai Cobas di togliere lo striscione ( su direttiva della Falcone), lo stesso striscione che gli stessi portano da 9 anni a questa manifestazione ma quest’anno, come ha detto la digos, “non è aria che tira”, perché offensivo nei confronti dello stato.
A questo punto è iniziato un parapiglia perché la digos voleva a tutti i costi sequestrare lo striscione, momenti di tensione con calci e spintoni reciproci.
Noi della rete, che ci siamo scagliati contro gli agenti della digos, siamo stati subito minacciati dagli stessi di allontanarci dicendoci di non fare “gli istigatori” ,Palumbo è stato minacciato di arresto, hanno cercato poi di strappare anche il nostro striscione non riuscendoci.

Tre attivisti Cobas sono stati portati via.
In questi tafferugli alcuni dei manifestanti hanno riportato delle ferite, tra cui la moglie di Salvatore che per proteggere il figlioletto che stava cadendo dal passeggino si è ferita ad un braccio.
A questo punto subito da parte nostra e da parte di alcuni rappresentati cobas e del movimento è stata gridata forte la denuncia, anche con slogans, dell'’ennesimo grave atteggiamento repressivo proprio dello stato di polizia che avanza, l’attacco incostituzionale alla libertà di pensiero…, è questa la “loro legalità, la repressione delle lotte sociali!", l’ipocrisia della mera commemorazione pacificante….

Questo ha causato l’attenzione della gente, tra cui diversi giovani non solo palermitani, che c’era attorno, che in un primo momento non aveva capito il senso delle parole dell’organizzatore che improvvisamente dal palco diceva di non rovinare la commemorazione, ma che poi ha invece espresso indignazione, solidarietà e in particolare dopo un intervento forte di denuncia di Salvatore ha applaudito appoggiando le sue parole cosa che ha provocato una forte commozione dell’operaio.

I tre delegati del cobas, portati via dalla digos, sono stati successivamente rilasciati dalla questura, dove siamo andati poi anche noi in solidarietà, dopo tre ore dall’accaduto.
Denunciati per 1) resistenza, 2) vilipendio alla Stato, e 3) sanzione amministrativa per manifestazione non autorizzata.
Al tg di rai tre è stato detto che “…i cobas e operai dei cantieri navali hanno approfittato di questa manifestazione per portare le loro rivendicazioni (che non c’entravano con la commemorazione) e che hanno provocato i tafferugli…”
Palermo, 24/05/2009

Nodo palermitano della rete nazionale per la sicurezza sul lavoro

(ANSA) Ricordo Falcone, proteste dei CobasSindacalisti si scontrano con la polizia
PALERMO. Momenti di tensione fra un gruppo di sindacalisti Cobas della scuola e la polizia davanti all'albero Falcone dove si sta svolgendo la manifestazione per ricordare la strage di Capaci.
I Cobas hanno cercato di appendere degli striscioni che sono stati strappati e portati via dalla polizia. I sindacalisti hanno tentato di reagire e sono stati strattonati dalle forze dell'ordine. Su uno degli striscioni strappati c'era scritto: "La mafia ringrazia lo Stato per la morte della scuola". "Ci sembrava giusto, nel giorno della legalità - ha spiegato la rappresentante del Cobas scuola di Palermo, Rina Ansaldo - denunciare che questo governo ha messo in atto una politica delittuosa nei confronti della scuola, cancellando migliaia di posti di lavoro". La protesta dei Cobas è stata stigmatizzata da Maria Falcone, che ha invitato i sindacalisti a "proteste civili in nome di Giovanni".
Insieme ai Cobas anche i ragazzi della Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro, che chiedono l'attenzione dell'opinione pubblica sulla vicenda dell'operaio della Fincantieri Salvatore Palumbo, licenziato per le sue denunce sulla violazione delle norme antinfortunistiche. (ANSA).

Campagna di solidarietà al lavoratore Salvatore Palumbo

Campagna di solidarietà
Riassumiamo Salvatore Palumbo Operaio della Fincantieri Palermo licenziato

Da un anno e mezzo circa Salvatore Palumbo si batte contro un ingiusto licenziamento messo in atto dalla Fincantieri di Palermo.
Per sette anni è sempre stato attivo all’interno della fabbrica, battendosi per la sicurezza sul lavoro, denunciando tutto quello che non andava e subendo per questo negli anni diversi “provvedimenti disciplinari” tesi ad impedire questa sua lotta.
Da quando è stato licenziato ha continuato a portare avanti la sua battaglia anche fuori della fabbrica con diverse iniziative pubbliche.
Ha aderito alla rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro e partecipato al presidio sotto il ministero del welfare a Roma (22 giugno 2008), alla manifestazione di Torino (Anniversario strage Thyssen - 6 dicembre 2008) e a quella di Taranto (Morti Ilva-inquinamento-precarietà 18 aprile 2009).
All’ultima assemblea nazionale di Roma (24 gennaio 2009) ha assunto l’incarico di rappresentare la Rete per la regione Sicilia.
La Rete ha organizzato un primo programma di iniziative in vista di due importanti appuntamenti

4 giugno:
nuova udienza presso il tribunale di Palermo – sezione lavoro - con presenza dei delegati nazionali della Rete (purtroppo fino a questo momento i giudici non sono stati favorevoli all’operaio per questo è necessario intensificare la campagna) .
27 giugno:
assemblea della Rete nazionale a Roma




RIASSUMIAMO PALUMBO
Perché è un dovere collettivo, una parola d’ordine di tutti coloro che pensano che siano necessari delegati operai che lottino fino in fondo per mettere fine alla continua strage di operai sul lavoro

Invitiamo tutti a contribuire alle iniziative che possano portare
GIA’ PRIMA DELL’UDIENZA DEL 4 GIUGNO
ALLA RIASSUNZIONE DI SALVATORE PALUMBO

Per comunicazioni e informazioni immediate: retesicurezzalavorosicilia@gmail.com
338.3342733 - 338.7708110
Visitate il blog: http://retesicurezzalavorosicilia.blogspot.com/

venerdì 22 maggio 2009

CAMPAGNA SOLIDARIETA' AL LAVORATORE LICENZIATO SALVATORE PALUMBO

4 giugno:
nuova udienza presso il tribunale di Palermo – sezione lavoro - con presenza dei delegati nazionali della Rete (purtroppo fino a questo momento i giudici non sono stati favorevoli all’operaio per questo è necessario intensificare la campagna) .
Invitiamo tutti a contribuire alle iniziative che possano portareGià prima dell’udienza del 4 giugno alla riassunzione di Salvatore Palumbo
25 maggio alle ore 19 presso il lab. Zeta assemblea cittadina :
Presentazione della campagna di solidarietà “ Riassumiamo Salvatore Palumbo”
Preparazione dell’assemblea nazionale del 27 Giugno a Roma della Rete nazionale per la sicurezza sui luoghi di lavoro
Per comunicazioni e informazioni immediate: retesicurezzalavorosicilia@gmail.com retesicurezzalavorosicilia.blogspot.com
338.3342733 - 338.7708110

BASTA GUERRE - BASTA MORTI SUL LAVORO

BASTA GUERRE
Per la guerra i soldi non mancano mai!
Da peacereporter
“I nuovi caccia F-35 costeranno 13 miliardi
“Alcuni giorni dopo il terremoto in Abruzzo, le Commissioni Difesa di
Senato e Camera hanno espresso parere favorevole (con l'astensione dei commissari del Pd) sul piano governativo per l'acquisto di 131 caccia-bombardieri F-35 e per l'ampliamento della base aerea di Cameri (Novara) dove i velivoli verranno assemblati. Un piano di riarmo che in diciotto anni ci costerà oltre 17 miliardi di dollari, pari a 13 miliardi di euro. Una spesa enorme "a cui si farà fronte - si legge nel documento della Commissione camerale - attraverso risorse già individuate nell'ambito delle disponibilità dello stato di previsione del Ministero della Difesa nonché attingendo ad altre fonti di finanziamento".
L’installazione del MUOS di Niscemi (CL) all’interno della riserva naturale è parte della politica di guerra del governo che non tiene conto assolutamente delle necessità e della salute delle popolazioni locali.
Un governo che è tutto proiettato verso la guerra e per cui la vita umana non conta niente, che difende i padroni né della strage di operai, né delle “morti lente” dovute all’inquinamento ambientale di ogni tipo non ha diritto di esistere!

BASTA MORTI SUL LAVORO
Campagna di solidarietà Riassumiamo Salvatore Palumbo - Operaio della Fincantieri Palermo licenziato
SALVATORE PALUMBO DEVE ESSERE RIASSUNTO ALLA FINCANTIERI
Perché è un dovere collettivo, una parola d’ordine di tutti coloro che pensano che siano necessari delegati operai che lottino fino in fondo per mettere fine alla continua strage di operai sul lavoro

Da un anno e mezzo circa Salvatore Palumbo si batte contro un ingiusto licenziamento messo in atto dalla Fincantieri di Palermo.
Per sette anni è sempre stato attivo all’interno della fabbrica, battendosi per la sicurezza sul lavoro, denunciando tutto quello che non andava e subendo per questo negli anni diversi “provvedimenti disciplinari” tesi ad impedire questa sua lotta.
Da quando è stato licenziato ha continuato a portare avanti la sua battaglia anche fuori della fabbrica con diverse iniziative pubbliche.
Ha aderito alla rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro e partecipato al presidio sotto il ministero del welfare a Roma (22 giugno 2008), alla manifestazione di Torino (Anniversario strage Thyssen - 6 dicembre 2008) e a quella di Taranto (Morti Ilva-inquinamento-precarietà 18 aprile 2009).
All’ultima assemblea nazionale di Roma (24 gennaio 2009) ha assunto l’incarico di rappresentare la Rete per la regione Sicilia.
4 giugno: nuova udienza presso il tribunale di Palermo – sezione lavoro - con presenza dei delegati nazionali della Rete (purtroppo fino a questo momento i giudici non sono stati favorevoli all’operaio per questo è necessario intensificare la campagna) .

Invitiamo tutti a contribuire alle iniziative che possano portare
Già prima dell’udienza del 4 giugno alla riassunzione di Salvatore Palumbo

25 maggio alle ore 19 presso il lab. Zeta assemblea cittadina :
Presentazione della campagna di solidarietà “ Riassumiamo Salvatore Palumbo”
Preparazione dell’assemblea nazionale del 27 Giugno a Roma della Rete nazionale per la sicurezza sui luoghi di lavoro

Per comunicazioni e informazioni immediate:
retesicurezzalavorosicilia@gmail.com retesicurezzalavorosicilia.blogspot.com
338.3342733 - 338.7708110 f.i.p.
Nodo Palermitano della Rete nazionale per la sicurezza sui luoghi di lavoro

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